Chiesa di Santa Croce e San Domenico Savio

Chiesa di Santa Croce e San Domenico Savio

La fondazione del monastero risale all’anno successivo al permesso concesso dal Marchese di Mantova e dal Podestà di Viadana.

Fu Suor Geronima Gardani, insieme ad altre sei monache provenienti dal monastero della SS. Annunziata di Brescello, a dar vita alla nuova comunità religiosa. L’inaugurazione avvenne il 13 aprile 1519, con il consenso del cardinale Alessandro Farnese, vescovo di Parma.

Le monache erano esperte nell’arte del ricamo e del merletto e fondarono un educandato femminile rivolto a giovani appartenenti a famiglie di ceto elevato. Al termine del percorso formativo, le ragazze potevano scegliere se intraprendere la vita religiosa oppure proseguire nel mondo secolare. Nel caso decidessero per la vita monastica, l’ingresso doveva essere accompagnato da una dote significativa.

Con il tempo, la prima chiesetta del convento si rivelò inadeguata per le esigenze delle religiose e della comunità, e si decise così di costruirne una nuova, più ampia e accessibile anche al pubblico. La prima pietra della nuova chiesa fu posata il 10 luglio 1533, e il 8 agosto 1542 venne consacrata con il titolo di Santa Croce da Annibale Mazzocchi, vescovo suffraganeo di Parma.

Un'importante riedificazione fu intrapresa il 23 agosto 1780, affidata a Francesco Jori di Reggio Emilia, su un progetto attribuito a Pier Antonio Maggi. I lavori si conclusero nel 1782, proprio nell’anno in cui il monastero venne soppresso; l’intero complesso passò quindi in proprietà al Comune di Viadana.

Nel secolo successivo, l’edificio conobbe diverse destinazioni d’uso: fu trasformato prima in palestra e poi, nel 1921, destinato a ospitare il Museo Civico. Con l’istituzione del Villaggio del Ragazzo, la chiesa fu restaurata e riaperta al culto il 28 ottobre 1956, per volontà del Vescovo di Cremona.